N. 48 della rivista GEA: Per una storia del moderno pensiero geografico

Versione pdf del numero 48 della rivista di Gea. Alla voce pubblicazioni trovate tutti i numeri della nostra rivista.

È uscito il n. 48 di GEA paesaggi territori geografie, la rivista semestrale di GEA-associazione dei geografi dal titolo “Per una storia del moderno pensiero geografico”, che riprende l’incontro del 23 settembre 2022 con Fabio Lando, del ciclo di conferenze “L’abitabilità della terra“.

Incipit dell’editoriale di Claudio Ferrata:

Appartenente al gruppo delle scienze più antiche, la geografia fonda la sua prassi su un capitale di conoscenze tramandate dal passato e oggi si è rinnovata per rispondere ai problemi posti dal nostro tempo.
Il termine geografia (etimologicamente geo-graphein, da gê, la Terra, e graphê, disegno o scrittura) risale alla metà del terzo secolo a.C. e fu utilizzato per la prima volta da Eratostene che dirigeva la celebre biblioteca di Alessandria. Il sapere sul mondo comportava allora, oltre a una dimensione legata alle esplorazioni, una rappresentazione cartografica dei maggiori elementi repertoriati. La geografia conobbe un vivo sviluppo negli anni della polis greca e con il mondo arabo medioevale. Più avanti ebbe una significativa evoluzione con le esplorazioni dei navigatori e dei viaggiatori europei. Una disciplina “al servizio del principe” fornì le conoscenze necessarie alla costruzione e al funzionamento dello Stato-nazione e alle sue conquiste coloniali. Oggi la geografia affronta differenti problematiche in modo critico e con una strumentazione rinnovata. In un mondo fattosi sempre più complesso, prima ancora di offrire uno sguardo legato a una competenza specializzata (che arriva in un secondo momento con l’ana- lisi spaziale, la rappresentazione cartografica, ecc.), essa mette a disposizione, come direbbe Giuseppe Dematteis, un sapere fortemente connettivo e implicitamente progettuale. Questa lettura “generalista”, capace di guardare a miriadi di interazioni di processi in una società globale delle reti e dei rischi3, non deve esser vista come una lacuna ma piuttosto come la capacità di far fronte alla complessità. In questo senso dobbiamo considerare la geografia come una disciplina estremamente attuale.